IL TRAPIANTO
IL TRAPIANTO
L’ULTIMO MIGLIO
“Il trapianto non è una terapia univoca”
LE ULTIME SCOPERTE IN CAMPO EMATOLOGICO: LE TERAPIE MIRATE
“L’oncoematologia ha fatto enormi progressi”
IL MOMENTO DEL TRAPIANTO TI GIRAVA NELLA TESTA DAL PRIMO GIORNO. ORA IL TUO MIDOLLO È ARRIVATO
IL TRAPIANTO AUTOLOGO DI ADRIANA
“È stato un momento veramente liberatorio. Mi sono detta, mamma mia è finita!”
LE PROCEDURE AL MAURIZIANO
“Nel nostro reparto abbiamo la competenza per effettuare trapianti autologi e allogenici”
IL TRAPIANTO ALLOGENICO DI ELEONORA
“Il giorno del trapianto è stato carino”
GUARIRE FUORI MA ANCHE DENTRO
“Non mi sono mai arrabbiata …mi sentivo in colpa”
EFFETTI COLLATERALI
“L’effetto collaterale più comune dopo il trapianto è la mucosite”
E POI PENSI CHE FORSE È DAVVERO FINITA
RITORNO ALLA VITA DI ADRIANA
“Era bello fuori c’era luce e rumore e poi di nuovo il mio mare…”
RITORNO ALLA VITA DI ELEONORA
“Quel calendario dell’avvento è il importante della mia vita”
SONO GUARITO?
“La guarigione la definisce il tempo”
FAQ
L’isolamento è fondamentale poiché le principali chemioterapie per la cura della leucemia acuta abbattono temporaneamente in maniera importante le difese immunitarie. Per cui il ricovero in ambiente protetto è da prediligersi al fine di ridurre al minimo il rischio infettivo del paziente. Il ricovero in ambiente protetto non mette comunque il paziente al riparo da tutte le infezioni, in quanto la maggior parte degli eventi infettivi si verifica a causa di microrganismi patogeni endogeni (cioè che colonizzano il nostro organismo), normalmente controllati dalle cellule del nostro sistema immunitario. Per effetto della chemioterapia tali cellule vengono meno per certo un periodo, in cui i germi possono crescere indisturbati e causare infezioni potenzialmente molto rischiose.
Per ridurre tale rischio, oltre all’isolamento, il paziente deve assumere a scopo profilattico farmaci antibiotici, antivirali e antifungini.
La degenza solitamente può raggiungere la durata massima di un mese. Questo tempo comprende i giorni effettivi della chemioterapia, che possono variare da 5 a 10 in genere, e i giorni in cui si assiste alla fase della cosiddetta aplasia, in cui il valore dei neutrofili è inferiore a 500 cellule/mmc e il rischio di sviluppare infezioni è molto alto. In questa fase inoltre il fabbisogno trasfusionale di emazie e piastrine è molto elevato.
In reparto si possono portare tutti gli oggetti che abbiano una superficie adatta alla sanificazione da parte del personale prima dell’ingresso (PC, materiale per l’ascolto della musica, libri e riviste rigorosamente confezionati).
In periodo pre-Covid in genere un parente per ogni paziente poteva accedere alla visita, in orario pomeridiano, tutti i giorni.
Attualmente, per via del Covid, può entrare un parente per ogni paziente, in orario pomeridiano, previo tampone antigenico negativo, da ripetere ogni 72 ore.
Non è una domanda a cui si può dare una risposta generica poiché l’aspettativa di vita dipende da molteplici variabili che vanno individualizzate per ogni singolo paziente. Quel che è certo è che senza alcun trattamento attivo la malattia sarebbe fatale nel giro di poche settimane. Lo scopo del trattamento è quello di guarirla e quindi dare al paziente un’aspettativa di vita simile a quella della popolazione generale, a patto che la malattia risponda e non ci siano complicanze gravi secondarie ai rischi legati alla chemioterapia o al trapianto.
La scelta dell’avvio ad un programma trapiantologico, dipende da tre fattori principali:
a) età: solo i pazienti con età inferiore a 65 anni sono candidabili al trapianto di midollo; recentemente si è cominciato a trapiantare anche fino ai 70 anni ma solo in casi selezionati.
b) presenza di un donatore (familiare, MUD, aploidentico, cordone): recenti stime affermano che per un paziente di razza caucasica la probabilità di avere un donatore è intorno al 75%;
c) rischio legato al sottotipo di leucemia mieloide acuta di recidivare con la sola chemioterapia: infatti il rischio di recidiva deve essere almeno pari, se non superiore, a quello che il paziente ha di sviluppare complicanze legate al trapianto stesso.
Alessandro Bernard e
Lucio Viglierchio





Alessandro Bernard e
Lucio Viglierchio




